Terremoto, no a sfratti: vertici comune L'Aquila citati per 11mln. Cialente a Napolitano e Renzi: "Cacciateli voi"

L'aquila -

I vertici dell'amministrazione del capoluogo abruzzese sono accusati dalla Corte dei Conti di aver provocato un danno da 11,8 milioni di euro, non allontanando dagli alloggi del progetto C.a.s.e. e dei Mapi nuclei familiari morosi. Il sindaco: "Sono gli ultimi della città e non hanno niente. Quando arriverà la celere, staremo con gli sfrattati"

di PIERA MATTEUCCIL'AQUILA - Non ha provveduto a sfrattare gli aquilani morosi dagli alloggi antisismici del progetto C.a.s.e. e dei Map (quelli realizzati subito dopo il sisma del 6 aprile 2009 per ospitare i cittadini rimasti senza casa). Per questo il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, e i vertici dell'amministrazione comunale del capoluogo abruzzese sono stati citati dalla Corte dei Conti con l'accusa di aver  provocato un danno da 11,8 milioni di euro. Ad annunciarlo è il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente che ha pubblicato sulla propria bacheca Facebook una lettera polemica indirizzata, tra gli altri, al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e al presidente del Consiglio, Matteo Renzi.Cialente è citato dalla Procura della Corte dei Conti per il prossimo 16 dicembre, insieme agli assessori all'Assistenza alla popolazione Fabio Pelini e al Patrimonio Alfredo Moroni nonché alla dirigente Patrizia del Principe per un danno erariale pari ad 11 milioni 871 mila euro da dividere equamente tra ciascuno dei citati."In nome dello Stato che oggi sta accusando me e di fatto accusa l'intera amministrazione comunale aquilana e la sua macchina, colpevoli di aver fatto fronte nonostante mille difficoltà all'abbandono totale, in nome di questo Stato che ci ha lasciati senza forze a fronteggiare l'emergenza - tuona Cialente - vi sfido ciascuno per le proprie competenze a venire voi qui a far rispettare la legge e a sfrattare tutti coloro che, alla fine dei nostri processi amministrativi avviati, saranno nell'impossibilità oggettiva di pagare".Secondo l'accusa contenuta nell'atto di citazione, Cialente e i suoi hanno "anteposto a una corretta gestione politica amministrativa del problema, l'esigenza di non turbare, per mero calcolo politico, i cittadini morosi, a danno della collettività integralmente considerata". "Abbiamo centinaia di nuclei familiari nell'impossibilità oggettiva di pagare poiché privi di qualsiasi reddito - replica il primo cittadino -. Si tratta degli ultimi di questa città, quelli ai quali il terremoto ha portato via non solo la casa ma quel minimo di reddito che gli permetteva di condurre un'esistenza dignitosa". Il primo cittadino annuncia che seguirà l'iter dettato dalla legge, ma prevede conseguenze serie: "Comunicheremo i nomi delle famiglie da sfrattare alla Guardia di finanza, invitandola a trasmetterli al prefetto, che certamente li trasmetterà al ministero degli Interni al contrario di quanto riportato nell'atto di citazione, che ritiene la mia affermazione pretestuosa, ribadisco come sindaco della Città dell'Aquila, che ritengo che avremo gravi problemi di ordine pubblico". E conclude: "Il giorno che questo Stato che oggi ci processa verrà a eseguire gli sfratti con la celere, noi staremo con gli sfrattati".