Sanita: Allarme dal sindacato di base

Fallimento Villa Pini e sanità privata regionale

Pescara -

 

Al Presidente

Regione Abruzzo

Dr. G. Chiodi

Sede

All’Assessore alla Sanità

Regione Abruzzo

Dr. A. Venturoni

Sede

All’Assessore Politiche del Lavoro

Regione Abruzzo

Dr. P. Gatti

Sede

Ai Capigruppo del Consiglio Regionale Abruzzo

Loro Sedi

 Le Rappresentanze sindacali di Base, nel ribadire il principio che la tutela della salute non può che essere pubblica, vuole scardinare il gioco perverso nel quale i 1600 dipendenti del gruppo Villa Pini sono coinvolti e 1 milione e trecentomila abruzzesi vittime.

Il bilancio regionale (non solo quello abruzzese!) è in gran parte impegnato nell’assicurare il diritto alla salute dei cittadini e attraversato da indecenti storie di corruzione che imperversano dalla Lombardia alla Sicilia, in governi di centrodestra come di centrosinistra. Tutti parlano della “risorsa” sanità pubblica come strumento di potere … nessuno parla di quello che dovrebbe essere il ruolo della politica nel normare un sano meccanismo di controllo sulle prestazioni sanitarie erogate dalle strutture pubbliche e private.

Sicuramente il baratro debitorio della nostra regione trova infatti, nei mancati controlli sullo spreco nel pubblico e di spesa nelle prestazioni erogate dal privato, la ragione primaria e devastante.

Negli anni ci sono state gravi responsabilità politiche di governo di ogni schieramento. Oggi, tenuto conto del fatto che la situazione è sfuggita al controllo di chi l’ha pilotata, è compito di questo governo regionale prendere delle decisioni che abbiano un senso e creino i presupposti per il recupero delle risorse utili e  necessarie al rilancio dello sviluppo dell’Abruzzo, sia nel campo della salute che in quello economico produttivo.

La RdB/CUB denuncia la grave situazione della sanità regionale di fronte alla quale organizzazioni sindacali e partiti di ogni orientamento rispondono con un chiacchiericcio che si riassume in un coro monocorde utile solo al sostentamento del proprio potere nella gestione della cosa pubblica.

1600 famiglie senza stipendio da dieci mesi sono un fatto assurdo … così come 1000 precari della sanità pubblica mandati al macello, anche se con molto meno clamore!

Il lento declino della fortuna “Angelini” passato dalle tangenti prima e dagli scioperi organizzati contro la regione dopo, trova, a nostro parere, il naturale dispiegamento delle forze in campo nel compito di rendere la “clinica  avvelenata” appetibile per nuovi imprenditori. Tale apparente naturale sintesi degli accadimenti sono semplicemente aberranti. La realtà non insegna dunque assolutamente nulla? Stiamo cercando nuovi imprenditori/pescecani che siano capaci di addentare l’osso oramai spolpato della nostra regione?

E’ arrivato il momento che qualcuno spieghi  agli abruzzesi il significato di inutili politiche dilazionatorie e di timide rivendicazioni sindacali.

Le Rappresentanze sindacali di Base chiedono:

·         L’immediata reinternalizzazione dei posti letto della Clinica e di tutti i servizi di riabilitazione nel pubblico (ovverossia di tutte le società ancora in mano ad Angelini!):

·         L’assunzione in società “in house” a tempo indeterminato di tutte quelli figure professionali (del comparto e dirigente) utilizzate fino ad oggi per la cura e la riabilitazione e che erano in possesso di CCNL della sanità privata da almeno 3 anni.

 

Le richieste sono, oltre che possibili e necessarie, l’unica risposta certa alla storica incertezza lavorativa dei dipendenti e l’unica risolutiva risposta alla crisi economica della regione.

La RdB ricorda alle SS.VV. che la Regione Lazio, sotto la presidenza del Governatore di centrodestra Storace e dell’Assessore alla Sanità V. Saraceni nell’ottobre 2000, acquistò l’Istituto S. Raffaele (polo oncologico romano di 400 posti letto) per 320 Mld di lire dagli imprenditori Angelucci e che, in tale acquisizione furono assunti, con un automatismo regolato da una leggina regionale “ad hoc”, ben 266 dipendenti del privato.

            Considerata la vicinanza politica delle due esperienze regionali non crediamo sia difficile chiedere a chi è amico la procedura per effettuare una operazione del genere.

            Altra possibile soluzione sarebbe quella di “fotocopiare” l’esperienza pugliese dove, grazie alla creazione e utilizzo di società pubbliche (In House Providing), sono stati “internalizzati” quasi 8000 dipendenti di società, ditte e cooperative che avevano in appalto i servizi esternalizzati! Il decreto “Omnibus sanità” e la deliberazione 2477 del 15 dicembre 2009, spiegano e realizzano il processo con il quale s’intende risolvere il problema dell’incremento dei costi dei servizi dati in appalto dagli enti pubblici e che sono, spesso, la causa dei disastri economici della sanità nelle varie regioni italiane.

            La reinternalizione dei posti letto e dei servizi di riabilitazione renderebbe infatti la loro gestione estremamente economica; il controllo sarebbe esclusivamente pubblico e sotterfugi legati a prestazioni non eseguite e/o gonfiate con DRG/SDO inesistenti e/o decuplicate non avrebbero alcun senso … perché non più effettuate a scopo di lucro … e non più fonti di tangenti e malaffare!

            Altrettanto nota è la volontà del governo regionale di rendere la sanità pubblica più “leggera” (perché considerata costosa) con una riduzione del numero degli ospedali (si parla di mantenerne in vita 10 rispetto ai 34 esistenti!) … la domanda, non del tutto peregrina, è: “ .. e i posti letto in convenzione con il privato? … sono una vera necessità? E se si, perché non reinternalizzarli presso gli ospedali pubblici a rischio di chiusura?”. Potremmo, in questo modo, mantenere un offerta di servizi anche alla popolazione dell’entroterra che vede, giorno dopo giorno, l’allontanamento degli stessi verso la costa.

            Sappiamo molto bene che chiediamo molto, chiediamo coraggio, ma è veramente l’unico modo possibile per sanare la sanità pubblica regionale e attendere un nuovo “imprenditore della sanità privata” che risolva la problematica è una risposta assolutamente inefficace oltre che dannosa!

            Presidente Chiodi, Assessore Venturoni e Assessore Gatti … avete la possibilità di dare un colpo di spugna a oltre trent’anni di cattiva politica e di avviare un percorso virtuoso legato alla realizzazione di un diritto costituzionale, da sempre negato, che è quello della salute per tutti gli abruzzesi. Avete la possibilità di razionalizzare le risorse economiche regionali e recuperarne di fresche per far fronte alla profonda crisi economico/industriale della Regione Abruzzo. Avete la possibilità di realizzare una svolta storica in questa regione e darle un volto nuovo, un futuro possibile … non operate per dare ulteriori chance a qualche piccolo imprenditore della sanità privata che, per quanto onesto, non tenderà mai ad abbassare il costo delle prestazioni erogate (se non a discapito di chi lavora).

Basta! Basta! La salute non è una merce e i cittadini e lavoratori non sono carne da macello.